Sei in possesso di questo francobollo? Vale almeno 30.000 euro

Questo francobollo ha un valore molto alto, i collezionisti più accaniti sono disposti a pagarlo anche trentamila euro. Un pezzo pregiato

Il collezionismo è una passione che non tutti possono permettersi. Collezionare oggetti è bello ma dipende da qual è l’interesse che spinge qualcuno ad accumulare decine e decine di pezzi simili. Se parliamo di francobolli, bisogna specificare che non è assolutamente facile collezionarne senza tirare fuori cifre importanti. Alcuni esemplari sono talmente rari da valere centinaia di migliaia di euro.

Francobollo
Fonte: Canva @TrashStellare

Ogni vogliamo parlarvi di un francobollo che potrebbe valere fino a trentamila euro, una cifra importante per un pezzo non troppo raro. Questo francobollo ha una storia particolare, forse ne hai già sentito nominare. Controlla le tue vecchie lettere e chiedi ai tuoi nonni se hanno conservato qualche vecchio francobollo, potresti avere una fortuna tra le mani senza saperlo. Ecco tutto ciò che devi sapere.

Il Gronchi Rosa, un francobollo che vale trentamila euro

Spesso sentiamo parlare di francobolli che valgono tanti soldi perché sono rari o perché hanno dei difetti di stampa che li rendono unici. I collezionisti farebbero carte false per acquistarne un esemplare, spesso arrivano a spendere cifre che un impiegato normale guadagna in dieci anni di lavoro. Oggi ti parleremo del Gronchi Rosa, hai mai sentito questo nome?

Gronchi Rosa
Fonte: Canva @TrashStellare

È uno dei francobolli più costosi d’Italia perché ha una storia particolare. Fu emesso nel 1961 per celebrare il viaggio di Giovanni Gronchi, Presidente della Repubblica, in Sudamerica. Furono stampate tre serie, una per ogni paese visitato dal presidente: Perù, Argentina e Uruguay. Sul francobollo c’è un disegno di una cartina del mondo con l’aereo che il presidente avrebbe utilizzato nel corso di quel viaggio.

La stampa venne fatta prima che il Perù si annettesse parte dell’Amazzonia durante una guerra contro l’Equador. L’ambasciatore peruviano in Italia dichiarò che i confini disegnati sul francobollo fossero errati, scatenando un putiferio. Il problema è che erano stati già venduti 79 mila esemplari. I francobolli stampati successivamente avevano i confini corretti ma quelli “sbagliati” oggi valgono una fortuna. Pare che un collezionista sia disposto a pagare anche trentamila euro per averne uno.

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